La diversità geologica del monte Argentario è elevata: abbiamo principalmente rocce metamorfiche e sedimentarie, più antiche delle rocce che si incontrano normalmente nella Tuscia.
Le rocce più antiche che possiamo trovare sono gli scisti del Permiano che fanno da piattaforma a tutto il promontorio, che affiorano in alcuni punti; più recenti ci sono gli scisti e conglomerati quarzosi triassici "verrucano" e "anagenite", rocce sedimentario-metamorfiche costituite da ciottoli quarzosi cementati in una matrice micacea.
Affiora anche abbondantemente in tutto il promontorio il calcare cavernoso, datato Triassico-Giurassico: questa roccia è particolare perchè costellata da numerosissimi vacuoli, dove ogni tanto si possono trovare interessanti mineralizzazioni.
Sono presenti, in minore numero, calcari compatti cristallini, duri, datati a Triassico superiore.
Il monte Argentario è quindi un luogo molto particolare, geologicamente parlando, sede di grossi processi metamorfici.
La zona da me visitata (vedi foto in alto) è il tratto di costa che si affaccia davanti all'isola rossa, sul lato sud occidentale del promontorio. Qui affiorano direttamente sulla spiaggia gli scisti e le quarziti, mentre qualche decina di metri in più in altitudine abbiamo la formazione del calcare cavernoso.
L'ambiente, una volta arrivati sul posto, si rivela molto suggestivo: dal pelo dell'acqua si può osservare questo enorme muro di roccia che sembra "sciogliersi" e colare nel mare. La roccia è di colore chiaro ed è a tratti squarciata da affioramenti di quarzite bianca, lattea, opaca, con molte vene color ocra di ossidi di ferro.
Passando da una visione di insieme del luogo a una particolareggiata, avvicinandosi alla roccia si possono notare le particolari strutture presenti su queste "cascate" di quarzite: innanzitutto la frattura irregolare che il quarzo microcristallino ha, piuttosto della classica concoide che caratterizza il cristallo ben formato. In mezzo alle crepe e alle fessure si possono notare splendide mineralizzazioni di questo vetro naturale: piccole piramidi, limpidissime, perfette, non scheggiate, che si estendono come chiodini verso l'interno delle fenditure. E' un bellissimo spettacolo vedere questi cristalli perfetti che affiorano in un luogo così battuto dai turisti di estate e comunque sia molto frequentato dall'uomo.
I quarzi in questione si sono perfettamente conservati proprio per l'inerzia chimica che essi hanno naturalmente: la salsedine non può minimamente alterarli e la loro elevata durezza li protegge dai clasti della roccia calcarea, più tenera. Inoltre si può notare il fenomeno di erosione differenziale dei calcari e delle quarziti: quando i primi sono palesemente corrosi ed erosi dalle acque del mare, le rocce quarzose non sono minimamente danneggiate e rimangono sporgenti anche quando il calcare circostante è sparito: un ambiente così formato crea delle bellissime formazioni dalle forme e dai colori molto particolari.
Oltre che ai quarzi ho ritrovato altre specie mineralogiche, che ancora non ho perfettamente identificato: dei granati, associati agli stessi quarzi, e altri minerali di cui ancora non so il nome. L'Argentario è anche una zona metallifera, come del resto il sud della Toscana: è comune trovare in queste formazioni metamorfiche dei noduli, rossi o marroncini, costituiti da ossidi metalliferi (Fe e Mn, da quanto ho letto): infatti in tutta l'isola sono presenti cave di rame, ferro, mercurio e manganese.
Link utili per approfondimenti:
Approfondimento sul calcare cavernoso: LINK (pdf)
Geologia generale e attività minerarie: LINK
Fotografie ingrandite dei quarzi ritrovati.