Cartina geologica dell'area del parco. Legenda:
Verde E-PC: Calcari marnosi, pietra tipo "paesina", argilloscisti varicolori, arenarie tipo "pietraforte":
PALEOCENE SUPERIORE - EOCENE
Rosso lettere greche: Ignimbrite tefritico-fonolitica, con frammenti rossi e neri con cristalli di leucite e sanidino: tufo rosso a scorie nere. Presenti anche trachiti e latiti; PLEISTOCENE
Ocra M cg: Marne e argille grige, sabbie e molasse; MIOCENE SUPERIORE
Rocce caratteristiche del parco. Dall'alto al basso:
- spaccato di argilloscisti e pietre paesine ai lati della strada Blera-Barbarano romano
- particolare della friabilità e scistosità delle rocce in questione
- altro esempio di scistosità
- alterazioni color ocra-marrone degli scisti, dovuta agli ossidi di Fe e Mn
Nel parco Marturanum si possono osservare diversi ambienti geologici e naturalistici.
Abbiamo le tombe etrusche, scavate nel tufo, molto imponenti come dimensioni e importanti per il loro stato di conservazione; c'è il bosco tipico di questa zona, la "macchia", con centinaia di animali, piante e funghi da vedere: questa estesa area è solcata da fossetti e rigagnoli d'acqua tutto l'anno.
Geologicamente parlando, nella valle formata dal fiume Biedano sono presenti enormi banchi di ignimbrite (tufo) nel quale appunto i nostri antenati hanno edificato enormi edifici funerari; questa roccia ha un colore che va dal grigio scuro al rosso arancione, a seconda del grado di alterazione (il rosso probabilmente per il ferro) e presenta "macchie" di materiale pomiceo nero, molto friabile e spugnoso: sono le cosidette "scorie" nere del tufo che contengono cristalli anche abbastanza grandi e sviluppati di sanidino e leucite.
Questi cristalli non sono molto interessanti collezionisticamente, perchè non di eccezionale bellezza, ma rappresentano sempre un "campione" di quello che succede dentro queste rocce una volta che si raffreddano e si litificano.
Mentre nella valle si alternano strati di tufo, con brecce di trachite e latite intrappolate, a una quota più alta si innalzano gli argilloscisti e le pietre paesine: hanno colori molto particolari, rosso, marrone, ocra e nero che si alternano sullo sfondo giallo grigio della roccia. Queste pietre si sono formate dal processo metamorfico a cui sono state sottoposte le rocce sedimentarie esistenti al momento delle colate piroclastiche: queste ultime, depositandosi sugli strati preesistenti, le hanno "cotte" e compresse sotto il loro peso, avviando questo processo di "trasformazione". Da questo si sono formati probabilmente flussi di materiale ricco in certi elementi chimici (carbonato di calcio e ossidi) che col tempo si sono depositati in mezzo alle fessure delle rocce e hanno formato i cristalli di calcite e i dendriti di cui qui si parla.
E' interessante vedere che, grazie a erosione e movimenti tettonici, questi scisti sono affiorati a una quota maggiore delle colate laviche, che essendo più giovani dovrebbero starne al di sopra.
Ho trovato nelle fessure delle rocce e nelle scistosità cristalli di calcite, a volte molto piccoli, che tappezzano letteralmente i lati e le fratture delle pietre. Sono molto bene sviluppati, indice di molto spazio a disposizione per l'accrescimento e per l'omogeneità della temperatura in fase di formazione. Quando non è massiva (microcristallina) presenta il tipico abito scalenoedrico, messo in risalto dalla limpidezza e lucentezza dei cristalli.
Oltre a croste microcristalline e cristalli ben formati, limpidi, troviamo le classiche masse bianche spatiche che sembrano sostituire il corpo della roccia: sono opache, abbastanza lucenti, con evidente frattura regolare e perfetta secondo i piani tipici della calcite (frattura spatica, cioè tipica dello spato): si possono staccare grossi "cristalli" (anche se cristalli non sono) con la forma del romboedro di sfaldatura perfetto.
Calcite a parte, non ho rinvenuto altri minerali all'interno di queste rocce, forse potrebbe capitare di ritrovare qualche mica ben formata, dato che la scistosità di queste rocce è data proprio da loro.
Un piccolo discorso per i dendriti, che non sono veri e propri minerali ma sono miscele di ossidi (principalmente di Fe, rossi ocra, e Mn, neri) che formano figure arborescenti o filiformi, che personalmente ritengo affascinanti e degni di stare in una collezione estetica e scientifica. Questi dendriti sono i tipici disegni di cui sono ornate le pietre paesine.
GLOSSARIO:
Ignimbrite: letteralmente "roccia formata dalla pioggia di fuoco": derivata dalla litificazione delle nubi piroclastiche e ceneri depositate su un substrato. Sinonimo: tufo, cenere vulcanica.
Pietra paesina: termine generale che indica rocce carbonatiche e argillose metamorfosate, nelle quali gli strati si fratturano e i fluidi ricchi di ossidi che vi entrano formano croste e patine colorate (rosso, ocra, giallo, nero, grigio..) che sembrano disegni di paesaggi ("paesina").
Argilloscisto: roccia derivata dal metamorfismo delle argille. Le argille, composte da acqua e silicati, quando sono sottoposte a una modesta pressione e temperatura, allineano i silicati micacei presenti al loro interno (generalmente biotite) ed espellono acqua. Da questo ne deriva una roccia disidratata e stratificata, che si sfalda in sottili lamelle e lastre.
Tessitura scistosa: caratteristica degli scisti e delle rocce sottoposte a metamorfismo regionale (cioè elevate pressioni assiali derivate da masse di roccia sovrastanti) di sfaldarsi in lastre o sottili lamelle: questa frattura regolare è data dalla bassa coesione delle lamelle microscopiche di miche (silicati) che essendo piatte si staccano l'una dall'altra secondo piani regolari.