In questo bellissimo territorio a sud della città di Bologna si possono visitare ambienti geologici molto diversi: valli di fiumi, calanchi sabbiosi, pareti altissime di arenaria...

Abbiamo in pochi chilometri di estensione terreni che ricoprono quasi tutto l'arco temporale del Terziario, infatti passiamo dai recentissimi suoli alluvionali della Pianura Padana ai terreni risalenti all'Eocene passando per grossi affioramenti Miocenici e Pliocenici.


Aspetti ambientali e geologici


Carta geologica del luogo; segnati i luoghi in cui ho trovato reperti.
Carta geologica del luogo; segnati i luoghi in cui ho trovato reperti.

L'area in esame è situata immediatamente a sud di Bologna e compresa a est dal torrente Savena e ad ovest dal torrente Setta e dal fiume Reno.

A sinistra la cartina geologica: cerchiati e numerati ci sono i luoghi che ho visitato. Venendo da Bologna e procedendo verso sud, si passa dalla Pianura Padana con i suoi terreni alluvionali quaternari, a colline risalenti al Miocene e poi all'Eocene, dove si possono già vedere i famosi calanchi; ricordo che queste particolari strutture geologiche sono formate dal dilavamento da parte delle acque di ruscellamento e meteoriche di argille poco coerenti ed esposte agli agenti erosivi, senza una copertura vegetale. Aggiungo anche che i calanchi sono presenti soprattutto dove affiorano le argille azzurre plio-pleistoceniche, cioè in molte aree dell'Appennino.

A questo punto più ci si dirige verso sud più si incontrano rocce giovani: il che è strano, dato che la linea di costa pliocenica si trovava più o meno sugli strati eocenici e miocenici di oggi; basta guardare lo schema della disposizione delle formazioni e si capirà come la tettonica ha modellato questo territorio, facendo affiorare addirittura rocce del Cretaceo interposte tra i sedimenti quaternari e quelli pliocenici.

E' a sud di Pianoro che si incontra il vero e proprio parco del Contrafforte pliocenico, dove si ergono altissime pareti di dura arenaria.

Da questa carta si intuisce come i movimenti tettonici abbiano cambiato le disposizioni degli strati dei vari periodi.
Da questa carta si intuisce come i movimenti tettonici abbiano cambiato le disposizioni degli strati dei vari periodi.

Non abbiamo programmato la destinazione di questo viaggio, ma solo il luogo all'incirca da esplorare: siamo partiti dunque alla cieca, ma i risultati sono stati molto buoni.

Il primo luogo che abbiamo visitato è quello etichettato come 1 sulla mappa geologica in alto: un calanco che avevo notato dal satellite vicino a Paderno, dove la carta dice essere composto da argille dell'Eocene.

Scesi, ci siamo immediatamente impantanati nello spesso fango che l'argilla forma quando bagnata e, scoraggiati, ci siamo ritirati.

Risalendo vedo strani luccichii provenire da una porzione di argilla: li raccolgo e noto che sono dei noduli di pirite, di diametro che va dai 4 ai 7 mm. Trovo anche un bellissimo gesso di circa 7 cm, ben cristallizzato e ramificato.

Scoraggiati dalla sterilità del primo calanco, ci avviciniamo ad un secondo, questa volta bello asciutto e calpestabile (numero 2 in cartina); subito comincio a trovare tracce di fossilizzazione, come pezzetti poligonali di gusci e porzioni di Ditrupa cornea, un anellide. Continuiamo e cominciamo a trovare tantissime conchigliette tra cui: Petaloconchus intortus, opercoli di Astrea Natica, Dentalium sexangulum, Clavatula sp, Cochlis, Neverita, Corbula gibba, Venus multilamella, Chlamys sp, Turritella tornata, Niso, resti di granchi e balani e altro.

Osservo inoltre due aspetti geologici:

- l'ambiente di deposizione è schiettamente sabbioso, con pochissime specie che vivono sui fondali rocciosi e la maggior parte abitanti dei fondali sabbiosi o limosi;

- L'affioramento attuale è stato modificato dal giorno della sua deposizione fino a oggi; con questo voglio dire che, trattandosi di calanchi, i fossili (e così anche il terreno) hanno subito cicli di deposizione, rideposizione, dissoluzione, ruscellamento e altri fenomeni erosivi e di trasporto. Questa ipotesi nasce dal fatto che a profondità abbastanza rilevanti (circa 15-20 cm) ho ritrovato moltissimo materiale organico e moderno come ooteche di insetti, frammenti di piante, molluschi terrestri moderni come Pomatias ed Helix. Penso quindi (come le informazioni geologiche sui calanchi affermano) che tutta la terra del calanco provenga ovviamente dal crinale dal quale si è originato, che è stato lentamente sciolto dall'acqua e impastato con ciò che c'era al momento della rideposizione (gli oggetti moderni che prima ho citato).

Terminate le raccolte al calanco, decidiamo di andare verso sud e visitare il vero e proprio Contrafforte pliocenico; veniamo però distratti da un affioramento al bordo di una strada provinciale diretta verso Sasso Marconi (il luogo marcato con il numero 3).

Ci fermiamo e ci troviamo davanti a una serie stratigrafica composta da:

- Il più basso è uno strato (o serie di strati) sabbioso-argilloso, più vicino di composizione all'argilla azzurra del calanco precedente ma con una piccola componente sabbiosa tipica delle arenarie: al suo interno e sulla superficie troviamo molti Naticidae, Nassariidae, Pectinidae, Scaphopoda, Lucinidae, Glycymerididae;

- A circa metà dell'altezza della parete corrono vari straterelli, potenti circa dai 5 ai 15 cm, di roccia di colore più rossastro con una componente sabbiosa più elevata dello strato sottostante.

Si tratta di strati a "panchina", costituiti quasi interamente da detrito di spiaggia e da gusci di Glycymeris: questi si rinvengono interi, chiusi o articolati aperti, ma il più delle volte il fragile guscio è tenuto insieme solo dalla matrice ed estraendoli vanno in mille pezzi. Sono comunque riuscito a recuperarne alcuni interi, delicatissimi. Qui ho trovato anche una porzione di una chela di un granchio che, dal pattern, penso appartenga a Eriphia verrucosa (il favollo), che ho fotografato e postato sulla sezione "litorale di Santa Severa".

- L'ultima porzione, la più alta e per me inaccessibile, è costituita da un sabbione poco argilloso e a "cuscini", che mi ha ricordato le sabbie gialle a Pecten flabelliformis ed echinodermi di Tarquinia. Purtroppo non ho potuto scavare li per la sua altezza (e la mia bassezza..) ma ho visto in lontananza una certa sterilità, solo pochi frammenti di gusci di bivalvi sparsi qua e la.


Come arrivarci


Calanco eocenico con pirite e gesso:

Secondo calanco pliocenico a Ghiacciaio:

Taglio sulla strada vicino a Sasso Marconi:


Immagini del luogo e dei ritrovamenti



Matrici del taglio stradale vicino a Sasso Marconi: si tratta di arenarie molto bioturbate, contenenti centinaia di gusci di

bivalvi di ambiente sabbioso. Si possono notare frammenti di Nucula, Glycymeris, Atrina, Spisula, Veneridae.



A sinistra, frammenti di pirite trovati nel calanco eocenico. A destra, quella che sembra una porzione distesa di zampa di crostaceo (penso un grosso granchio): me lo fa pensare la struttura del fossile, con evidenti punti di articolazione.

Oltre a questa zampa ho trovato anche varie porzioni di chele.


Elenco delle specie fossili trovate


Corbula gibba                                           CC

Glycymeris insubrica                                  CC

Spisula subtruncata                                  CC

Nucula placentina                                     C

Ostrea edulis                                            CC

Aequipecten scabrella                               C

Pecten jacobaeus                                      PF

Aequipecten opercularis                            C

Tellina planata                                         PF

Chamelea gallina                                     CC

Circomphalus foliaceolamellosus             C

Atrina pectinata                                      C/F

Turricula coquandi                                    CC

Epitonium cfr. communis                           RR

Muricopsis cristata                                    PF

Nassarius semistriatus                               C

Cochlis sp.                                                 CC

Neverita josephinia                                    C

Ringicula auriculata                                  CC

Scaphander lignarius                                RR

Strioterebrum pliocenicum                        PF

Turritella subangulata                              CC

Petaloconchus intortus                             CC

Vermetus rugulosus                                   C

Balanus cfr. concavus                                PF

Frammenti di granchio                              PF

Dentalium sexangulum                             CC

Membranipora membranacea                   PF

Protula sp.                                                 C

Ditrupa cornea                                          CC



TOTALE

4 Phylum

22 Famiglie

28 specie



Clicca in LINK per vedere le tavole sistematiche dei fossili di questo giacimento.