Questa famiglia di conchiglie abbastanza poco eterogenee raggruppa gasteropodi dalla forma molto allungata e slanciata, con i giri che occupano generalmente solo metà della lunghezza (o addirittura di meno); l'altra metà è occupata dal canale sifonale. Sono spesso ornate da semplici righe spirali, molto visibili e marcate, oppure da serie di tubercoli.
A livello fossilifero sono presenti nel Pliocene italiano i generi Fusinus, Latirus, e Fasciolaria, abbastanza comuni anche nel Miocene francese (e presumo anche nell'italiano). Si trovano spesso nei depositi argillosi: ne ho trovati nelle argille della Macchia della Turchina, a Vignola (MO) e altri esemplari provengono da Quattro Castella (RE).
Non riuscendo a trovare ne descrizioni ne riscontri fotografici sul web riguarda a questo gasteropode, ho consultato gli ormai datati atlanti di Bellardi, "I molluschi dei terreni terziarii del Piemonte e della Liguria" e ho trovato un'affinità con Fasciolaria cepporum (tavola I a pag. 73), anche se non so se sia ancora una specie accettata o caduta in sinonimia con altri nomi.
La conchiglia è mediamente slanciata, larga circa la metà della lunghezza; un buon 40% del corpo è occupato dal sifone, che è fortemente inclinato rispetto l'asse della conchiglia, è aperto e si allunga dolcemente raccordandosi con la bocca. I giri, convessi, sono separati da suture poco profonde ma molto marcate; i tubercoli accentuano la profondità della sutura anche se non è così tanto incisa. Questi tubercoli sono organizzati su una fila spirale che si trova al centro dei giri (tranne nell'ultimo giro che sembra più vicina alla direzione dell'apice); sono grossi e morbidi, e culminano in una piccola punta arrotondata. Attraversano tutto il corpo una serie di linee spirali, fini e impercettibili, visibili soprattutto nell'ultimo giro.
Ho trovato questo unico esemplare nelle argille sabbiose della Macchia della Turchina.