I Cerithium sono conchiglie dalla forma a torre molto slanciata, quasi quanto le Turritellidae; a differenza di queste sono però più panciute, a volte spinose e hanno una grande bocca. Sono ornati da una moltitudine di disegni di righe spirali e coste assiali, spine, tubercoli e file ordinate di piccole protuberanze. Le specie della famiglia si riconoscono proprio dalla decorazione e anche dalla forma, se essa è affusolata o snella o più tozza.
C'è molta confusione su questo gruppo, un pò meno nelle specie odierne ma moltissimo in quelle fossili: molti autori del passato hanno descritto varie specie, altri di meno, e soprattutto la varietà di ornamentazione è così alta che molti esemplari pressochè uguali sono stati chiamati in due modi diversi e viceversa esemplari molto dissimili fanno parte della stessa specie. Per questo non sono sicuro al 100% della classificazione che ho dato a questi esemplari, tranne che per alcuni esemplari di Cerithium vulgatum che presentano la forma "standard" della specie.
Sono comuni qui nell'area del litorale viterbese: la Macchia della Turchina ne tiene seppelliti a migliaia nelle sue argille sabbiose, mentre a Sant'Agostino, sul litorale, si trovano incastonati ai calcari decine e decine di esemplari, spesso però rovinati o incrostati.
Questo comunissimo mollusco si può trovare, da queste parti, praticamente dappertutto. E' un pò più raro nella roccia calcarea che nei terreni o nelle rocce morbide (sabbiose, argillose) ma si trova sempre qualche esemplare associato a quasi tutte le specie trattate in questa sezione. Alla Macchia della Turchina forma un tappeto insieme a Cladocora caespitosa, a Bagni di Sant'Agostino "riempie" gli spazi tra i grossi gusci di Astrea rugosa, e in generale tutto intorno a Tarquinia è distribuito nei campi coltivati o ai piedi delle pareti calcarenitiche franate e erose.
I Cerithium sono abbastanza difficili da riconoscere tra specie, soprattutto a colpo d'occhio. Posso dire che C. vulgatum ha una forma tipica, conica, con un rigonfiamento tra la bocca e la metà della conchiglia (a ridosso dell'ultimo giro), ma è molto variabile e può presentare una grossa "pancia" oppure essere quasi conica regolare.
Per quanto riguarda la scultura, C. vulgatum ha una costolatura composta da tubercoli (più o meno spinosi) che corrono seguendo i giri, i più grandi dei quali al centro del giro stesso, e di "sottofondo" una rigatura spirale fine che segue la direzione dei tubercoli e dei giri.
Comunque sia, questa specie presenta una variabilità estrema (che dipende anche dai tipi di classificazione dei vari autori, e su questo in giro per il web si trovano molte contraddizioni o confusioni): varia per la forma più snella o più schiacciata, la pancia più o meno accentuata, i tubercoli spinosi o meno, la bocca allungata o più simile a un cerchio... Non sono sicuro dell'appartenenza a questa specie di tutti gli esemplari in foto; la scultura mi ricorda molto quella di C. vulgatum, e andando per esclusione delle altre specie le ho attribuite a questa.
Questo Cerithium si distingue dal più comune C. vulgatum per la scultura molto più fine che mostra più marcatamente le linee spirali; inoltre non c'è una fila centrata di tubercoli che domina sulle altre, ma varie di piccola ed uguale entità. Anche le suture tra i giri sono diverse: sembrano infatti essere meno profonde e marcate, donando alla forma della conchiglia una certa continuità e regolarità sui lati. Ha una bocca molto calcificata, con callo columellare evidente (nell'esemplare in foto è rotta).
Ho trovato questo unico esemplare alla Macchia della Turchina, ma credo che altri esemplari che ho catalogato come Cerithium vulgatum siano in realtà C. crenatum: questo esemplare mi da una buona certezza, mentre quelli dubbi mi sembrano più affini al vulgatum che al crenatum.
Classificazione incerta: questo Cerithium proveniente dalla Macchia della Turchina mi sembra dissimile dai Cerithium vulgatum descritti sopra, questo per la scultura così definita e che presenta una fila di tubercoli quasi spinosi rivolti verso l'apice più o meno a metà del giro. Ho notato la differenza vedendo questo LINK, ma non ho la certezza che si tratti di questa specie.
La scultura è dominata dai tubercoli spirali, morbidi ma marcati, eterogenei nelle varie linee, abbiamo infatti una linea circa mediana che presenta protuberanze più slanciate; sotto di essa una fila di qualcosa di vicino a perline, intorno a queste altre file più piccole di tubercoli. Il tutto è attraversato da un fitto reticolo di linee spirali fini.
Questi esemplari provenienti dai calcari a panchina di Sant'Agostino mi sembrano molto somiglianti all'attuale Cerithium lividulum; dato che i calcari in questione sono datati Neotirreniano (circa 150.000 anni fa), è assolutamente possibile che le specie contenute in queste rocce siano le specie che oggi popolano il Mediterraneo. Anche se non ne ho la certezza, sono indirizzato quindi verso questo nome per questo motivo e per caratteristiche morfologiche dei campioni.
Questa specie si differenzia dalle altre per la forma più tozza, meno slanciata e più panciuta delle altre; inoltre la larghezza maggiore la raggiunge in corrispondenza dell'ultimo giro, immediatamente sopra la bocca. Ha una scultura che a volte è retinata e bassa, formata da piccoli tubercolini organizzati in un reticolo regolare; altre volte è più liscia con coste più confuse e irregolari. Le dimensioni sono sicuramente inferiori a quelle raggiunte dal simile Cerithium vulgatum.
Questo piccolo Cerithiidae di piccole dimensioni supera difficilmente i 10-12 mm. E' abbastanza inconfondibile: forma affusolata e slanciata, di più delle specie del genere Cerithium; giri piatti con suture abbastanza profonde; la costolatura è composta da una retinatura di costole assiali e spirali, di entità all'incirca uguale; le 4-6 coste spirali formano quindi altrettante file di tubercoli perlinati tutti distanziati abbastanza regolarmente l'un l'altro. La bocca è relativamente piccola, rispetto la conchiglia; è sottile e quasi tagliente. A volte sono presenti varici che collegano i tubercoli di uno stesso giro: queste varici appaiono di un colore più chiaro del resto del corpo.
Occorre sottolineare la differenza di questa specie dalle congeneri: infatti le 7 specie attualmente presenti nel Mediterraneo solo molto simili a prima vista, ma grazie ad accorgimenti facilmente individuabili è possibile differenziarle.
Bittium latreilli si confonde principalmente con Bittium reticulatum, anche esso molto comune; da come si legge nella nota di F. Agamennone (LINK) ci sono varie differenze tra le due specie:
- B. reticulatum possiede giri molto più convessi e rotondi di B. latreilli; in particolare, quest'ultima specie possiede i giri meno convessi di tutti i congeneri, e la sagoma della conchiglia appare vicinissima a quella di un cono con le pareti rettilinee e regolari.
- Entrambe possiedono varici, più frequenti in questa specie.
- B. reticulatum possiede 4 spire, 3 principali e una subsuturale più piccola; B. latreilli ne possiede invece da 4 a 6, e sono tutte all'incirca della stessa entità e dimensione.
- sutura abbastanza profonda, quasi scalariforme.
Si legge inoltre che per le forme giovanili è più difficile distinguere le due specie; ci viene in aiuto la sagoma del secondo giro che risulta particolarmente appiattita, mentre è sempre convessa in B. reticulatum.
Apparte questa specie con cui si potrebbe confondere, presente nel Pliocene e Pleistocene, non sono a conoscenza di altre specie con le quali si potrebbe confondere. Ho trovato un buon numero di esemplari nei calcari di Sant'Agostino.