Le Cassidae sono una famiglia di gasteropodi di taglia media o grande, dalle conchiglie spesse e massicce, che presentano caratteristiche proprie come l'ultimo giro enorme, le labbra calcificate e rinforzate, la superficie spesso liscia e lucida e a volte percorsa da varici. Oggi circa 60 specie di Cassidae popolano i mari tropicali e temperati fino a una profondità di circa 100 metri, dove rimangono sepolte nella sabbia aspettando la notte per cacciare; mangiano echinodermi, principalmente ricci di mare, che bucano usando l'azione combinata di secrezioni di acido solforico e abrasione con la radula.

A livello fossilifero sono relativamente comuni nel Pliocene italiano alcune specie di Cassidae, come Semicassis laevigata (trovata qui nella Tuscia), Phalium intermedium o Galeodea rugosa.

Questa Cassidae di medie dimensioni è ritrovabile nelle colline fuori Tarquinia, nelle argille sabbiose; tuttavia ne ho ritrovato solo calchi, mai esemplari completi di guscio.

Si riconosce dalla forma tipica della famiglia: ultimo giro enorme, conchiglia slanciata ma tozza, i primi giri tutti riuniti e compressi in una piccola porzione di corpo. Inoltre i giri sono convessi, molto regolari e dalla forma circolare, visti dall'alto. Ha una bocca allungata e poco aperta, a forma di orecchia, con la parte centrale che presenta la massima apertura. Ha un sifone corto ma aperto e ben pronunciato; il labbro è rinforzato, come la maggior parte delle specie della famiglia: risulta ispessito da un cordone liscio.

Gli esemplari giovanili presentano una decorazione di forti linee spirali, equidistanti e ben marcate: questo potrebbe trarre in inganno dato che gli esemplari adulti ne sono sprovvisti. I giovani hanno anche il labbro non ispessito, quindi con il bordo mancante: attenzione anche a questo, dato che i Cassidae hanno quasi tutti un labbro ben ispessito e rinforzato.