I Cardiidae sono bivalvi molto comuni, ritrovabili frequentemente nei depositi fossiliferi della Tuscia. Ne ho trovate grandi quantità nelle argille della Macchia della Turchina, dove sono depositate decine di specie come Arcidae, Dentalidae, Naticidae.
Sono caratterizzate da una forma rotonda, più o meno regolare a seconda delle specie, e quando sono chiuse in posizione di vita hanno l'aspetto di un cuore come suggerisce il nome della famiglia. Possono raggiungere grandi dimensioni, sull'ordine dei 6-7 cm, e si trovano spesso ben conservate grazie alla robustezza del guscio e alla sua idrodinamicità che ne diminuisce le possibilità di rottura. Hanno una cerniera eterodonte, costituita da grossi denti cardinali centrali e da altri laterali più allungati ed ampi: questa caratteristica permette di distinguere le conchiglie di questa famiglia dalle simili Arcidae, che hanno una cerniera tassodonte che è completamente differente.
Si trovano in associazione con altre specie di carattere sabbioso o melmoso, dato che abitano quasi esclusivamente i fondi di questo tipo: sono quindi anche un indicatore del paleoambiente nel quale si sono depositati. Capita anche però di rinvenirli insieme a specie di ambiente roccioso, in sedimenti rimaneggiati o trasportati nelle profondità del mare insieme a oggetti di altra provenienza (come per le torbiditi o le argille).
Comunissimi anche oggi nel Mediterraneo odierno: molte specie sono commestibili, come Cerastoderma edule.
Cerastoderma glacuum è quello che si può generalmente chiamare un "cuore di mare", spesso confuso con bivalvi del genere Cardium, Achantocardia, Anadara... In effetti sono molto simili tra di loro i Cardiidae, e sono diffusi nel Mediterraneo con molte specie anche commestibili.
Si ritrova un po dappertutto: principalmente nei terreni della Turchina, di meno nei calcari del litorale. E' più frequente ritrovarla nel terreno sciolto che nella roccia: tra Tarquinia e Monteromano ci sono interi campi coltivati pieni di Arcidae, Dentalidae, Ostreidae e Pectinidae.
Ha una forma rotonda che può essere irregolare o regolare: questa irregolarità è data dal lobo posteriore che è sporgente e rende asimmetrica la conchiglia. Tuttavia, ci sono esemplari in cui la sporgenza è poco o per nulla accentuata. E' ornata da coste marcate, convesse, attraversate da linee di accrescimento che avvicinandosi al bordo ventrale diventano più evidenti. L'umbone è grande e la cerniera eterodonte ha dei grossi denti cardinali e laterali. Il bordo interno è dentellato e si notano molto bene le attaccature dei muscoli e la linea palleale.
Su questo mollusco c'è molta confusione: oggi le specie C. edule contortula e C. lamarcki sono riunite sotto il nome di C. glacuum: in effetti gli esemplari in mio possesso si avvicinano molto a C. edule contortula, soprattutto per la grande sporgenza del lobo e l'asimmetria, ma WoRMS la indica con C. glacuum (quindi seguo la loro classificazione). E' molto simile agli altri Cardiidae e ad alcuni Arcidae: la specie descritta qui è confondibile con Achantocardia, Cardium, Arca, Anadara... Il fattore discriminante per distinguere i Cardiidae dagli Arcidae è sicuramente la cerniera: eterodonte nei primi, tassodonte nei secondi; inoltre gli Arcidae sono generalmente più allungati mentre i Cardiidae si avvicinano di più a una forma tonda. Per distinguerla dalle specie della stessa famiglia si ricorre invece alla forma e al profilo del mollusco visto dall'interno della valva.
Un'altra "diatriba" su questa specie è quella che riguarda la differenziazione di C. glacuum da C. edule: oggi questi due molluschi sono separati, sia tassonomicamente che geograficamente, infatti i C. edule proverrebbero dall'Atlantico, mentre C. glacuum sarebbe la specie endemica del Mediterraneo; tuttavia molti di questi bivalvi pliocenici (anche alcuni che ho personalmente trovato) assomigliano molto al C. edule odierno.
Questa massiccia conchiglia ha una forma tonda regolare decorata da coste radiali ben marcate attraversate da altre concentriche di entità minore. E' comune rinvenirla nel litorale maremmano, ma non altrettanto in forma fossile; l'unico esemplare che ho trovato l'ho raccolto alla Macchia della Turchina, immerso nelle argille sabbiose insieme ai simili Cerastoderma glacuum. Si differenzia da quest'ultima specie grazie al profilo dell'interno della valva: mentre C. glacuum è ovale-triangolare con una certa variabilità di sporgenza del labbro, A. tuberculata è molto più rotonda e regolare, inoltre la parte posteriore della valva è sempre più rettilinea di quella anteriore, anche se a volte questa caratteristica è poco visibile.
Potrebbe confondersi con specie congeneri, come A. echinata o A. aculeata: essendo queste spinose, hanno un pattern esterno diverso e coste differenti, con le attaccature degli aculei ben accentuate e visibili.