La famiglia Muricidae comprende moltissime specie diffuse in tutto il mondo ma soprattutto nei mari tropicali: se ne conoscono circa 1600 specie viventi e 1200 fossili1. E' una famiglia tassonomicamente molto difficile: i murici sono numerosi e molto variabili, e spesso anche gli stessi studiosi si trovano in dubbio o in disaccordo tra di loro riguardo le sottodivisioni o riguardo attribuzioni a generi o varietà.
Sono molluschi carnivori: possiedono un grosso e muscoloso piede con il quale si spostano sul substrato alla ricerca di prede (bivalvi, altri gasteropodi, spugne, vermi o crostacei); una volta saliti sopra il malcapitato, cominciano a bucare il guscio calcareo grazie alla radula ruvida e ad enzimi in grado di sciogliere il carbonato di calcio. I tipici fori rotondi sulle conchiglie trovate sulla spiaggia sono infatti da attribuire alla predazione da parte di Muricidae o Naticidae. I murici hanno tutti un forte opercolo corneo.
Le conchiglie di questi animali sono le più contorte e bizzarre: possiedono spine, varici, lamelle, reticoli e dentelli, inoltre hanno raramente gusci sottili o poco robusti. Anche le dimensioni sono molto variabili, per esempio nel Mediterraneo sono presenti le piccole Ocinebrina mentre nell'indo-pacifico si trovano i grossi Chicoreus ramosus.
Sono famosi anche in ambito storico: derivano infatti principalmente dal murice Bolinus brandaris le porpore con cui i Fenici coloravano i tessuti, distribuendoli in tutto il Mediterraneo.
I Muricidae sono ben rappresentati anche nel Miocene francese: essendo stato un clima tropicale, non potevano mancare i rappresentanti di questa famiglia, che è conosciuta dall'Aptiano (Cretaceo). Data la difficoltà di riconoscimento delle singole specie, inserisco qui la distinzione in generi e sottogeneri che Cossmann e Peyrot indicano sul loro atlante (inserito in Actes de la societèe linneenne vol.75), anche se magari oggi molti nomi non sono più accettati:
- genere Murex: numerose varici spinose, spine anche sulla coda
- sottogenere Tubicauda: tre varici molto spinose, spine sulla coda molto lunghe
- sottogenere Haustellum: tre o quattro varici poco spinose; senza spine sulla coda
- sottogenere Pteropurpura: tre varici lamellose e continue, canale sifonale varicoso e poco allungato
- sottogenere Alipurpura: tre varici discontinue, spinose verso la parte posteriore
- sottogenere Inermicosta: tre varici non digitate, canale sifonale allungato e ricurvo
- sottogenere Muricantha: più di tre varici fogliacee, canale sifonale ricurvo e corto
- sottogenere Favartia: da quattro a sei varici spinose, canale sifonale chiuso e corto
- sottogenere Poirieria: da sei a otto varici spinose, canale sifonale aperto e allungato
- sottogenere Hexachorda: sei varici cordate e lisce, canale sifonale corto e aperto
- genere Muricopsis: rughe columellari più o meno apparenti, da sei a dieci varici crespate, canale sifonale un po allungato e storto
- genere Ocenebra: da sei a otto varici fogliacee, columella rettilinea, canale abbastanza corto e chiuso
- sottogenere Ocenebrina: varici non fogliacee, superficie finemente muricata (retinata e spinosa), canale chiuso in età adulta.
- sottogenere Heteropurpura: coste nodulose, giri carenati, canale sifonale abbastanza lungo
- sottogenere Vitularia: coste arcuate, superficie granulosa, canale sifonale corto e semichiuso
genere Hadriania: superficie increspata, coste non muricate
- sottogenere Hadriania (senso stretto): canale sifonale lungo, obliquo e chiuso, da dieci a dodici varici
- sottogenere Pseudomurex: carene spirali callose, canale sifonale costo e aperto
genere Eupleura: due varici opposte, superficie cancellata, canale sifonale lungo e semichiuso
genere Typhis: immediatamente riconoscibile grazie ai tubuli che si protraggono verso l'esterno
genere Rapana: forma tozza, larga, carene spirali e ombelico a imbuto.
Come si vede da questa lista (tradotta e trascritta direttamente dall'atlante di riferimento) la classificazione di Cossmann e Peyrot contiene molti nomi che oggi sono diventati generi a sè (come Ocinebrina, Haustellum o Heteropurpura) oppure altri non più accettati; per l'individuazione delle specie è meglio usare questa chiave di identificazione e poi verificare che il nome o il genere siano ancora accettati; in caso contrario, si usa il nome oggi corretto o almeno quello più recente.
Questo mollusco presenta un guscio spesso e robusto, ingrossato dalle varici e dalle altre strutture che ne interessano la superficie. La forma è abbastanza slanciata; il diametro massimo è in corrispondenza della parte superiore del labbro, dove la varice labiale si protrae verso fuori. L'ultimo giro sembra occupare circa i 2/3 della lunghezza totale (sull'atlante è riportato 8/11) ed è attraversato da 5 varici assiali abbastanza nodulose, la cui distanza e numero aumenta con la crescita dei giri; questi ultimi sono 6 o 7, separati da suture lineari profonde. Le varici negli altri giri arrivano ad essere 8-10. La scultura spirale è costituita da cordoni più spessi e da altre linee più fini che si intercalano ai cordoni maggiori; conto 6-7 filetti principali sull'ultimo giro separati da altri uno-due più fini, che verso il sifone si confondono con quelli principali diventando molto simili; i cordoni principali formano con le coste assiali delle nodosità molto sporgenti (soprattutto quella sull'angolo del giro). Negli altri giri la scultura è formata dalle solite coste assiali (che aumentano di numero arrivando ad essere una decina e si restringono), più attenuate che nell'ultimo giro, e da 6-8 righe spirali che le attraversano. L'ultimo giro è inoltre sinuoso in prossimità del collo, e il labbro esterno è regolarmente incurvato; la sua forma è semiovale (o semilunare) e presenta al suo interno sei crenulature. L'apertura boccale si restringe in prossimità del sifone che è corto, leggermente incurvato e ben aperto. La columella è abbastanza rettilinea, liscia e lucida.
Dimensioni degli esemplari: 26 x 16 mm, 20 x 15 mm (incompleto). Sull'atlante sono riportate misure di 31 x 19 mm.
Segnalata nell'Aquitaniano francese.
Confusioni con altre specie sono possibili, dato che questa famiglia comprende specie molto variabili con tratti in comune tra di loro. Murex dufrenoyi potrebbe sembrare simile ma ha il profilo più slanciato e angoloso, con varici assiali molto più pronunciate; Murex raulini è invece più simile alla forma di Muricopsis cristata, con superficie molto muricata e frastagliata, bocca piccola e sifone ben calcificato, mentre la specie qui descritta ha una scultura più regolare; Ocenebra benoisti differenzia per il numero di varici (3 nell'ultimo giro, molto grandi e muricate, 8-9 nel penultimo giro) e ha il canale sifonale non completamente chiuso.
Questa specie che presenta una forma particolare è abbastanza inconfondibile: grande labbro, forma massiccia e tozza, giri poco distaccati, forma della spira ben conica.
Il guscio di questa specie è ben spesso; la taglia è medio-piccola, i miei due esemplari (sono incerto del secondo) misurano 15 x 11 mm e 12 x 8 mm; sull'atlante è riportato 22 x 18 mm. La forma è tozza e larga, l'altezza è circa una volta e mezzo la larghezza. La forma della spira è conica, piramidale: poco slanciata rispetto all'ultimo giro, comprende circa 5 giri separati da suture profonde che purtroppo sembrano essere molto poco accentuate nei miei esemplari perchè fortemente erosi. Tutti i 6 giri sono attraversati da 8 coste assiali molto morbide e arrotondate ma ben spesse, larghe circa come i loro interstizi; il tutto è attraversato da linee spirali di due tipi, le più spesse sono circa 7-8 mentre quelle più fini le separano e sembra essercene una o massimo due tra ogni filetto principale. La bocca ha forma "a goccia", cioè semicircolare con un estremo più allungato (quello sifonale); l'apertura è ornata internamente da 8 denti che formano una crenulatura regolare. Il canale sifonale è chiuso in un esemplare e aperto nell'altro; nell'atlante è scritto che raramente questa specie ha il sifone chiuso. Columella abbastanza rettilinea, un poco sinuosa agli estremi e diritta al centro; il callo è contenuto e ben distinguibile, segue il profilo della columella ed è diviso dalla superficie esterna da una linea netta e regolare.
Questa specie è abbastanza variabile a seconda dell'età dell'esemplare: varia l'aspetto delle coste, che nell'età adulta tendono a sporgere di più e ad essere un po meno arrotondate; inoltre il sifone a volte può presentarsi chiuso. E' per questo confondibile con altre specie simili, anche se poche, ma i caratteri salienti per la distinzione sono l'assenza di angoli nel profilo (è infatti molto morbido e raccordato) e l'assenza di tubercoli, spine o altre strutture tipiche dei murici sulle varici e all'intersezione con i due tipi di scultura. La specie più vicina del Miocene francese è sicuramente Ocenebra torulosa, che viene distinta per il suo profilo subangoloso e la decorazione muricata, oltre all'ultimo giro più piccolo in proporzione a tutta la conchiglia.
Segnalata nell'Aquitaniano e Burdigaliano francese.
Nell'atlante di Cossmann&Peyrot è descritta sotto il nome di Ocenebra lassaignei: questa denominazione è oggi considerata come sinonimo di Ocenebrina edwarsii1, specie attuale differente da quella qui descritta. Il nome corretto è quindi Ocinebrina ariesensis2.
Questa varietà di Ocenebra excoelata ha una particolare forma fusoide, quasi simile ai molluschi della famiglia Fasciolariidae. La specie ha dimensioni riportate sull'atlante di 26 x 18 mm; il mio esemplare misura 15 x 6 mm.
Il guscio è ben spesso se relazionato alle dimensioni. La forma buccinoide può variare in proporzioni, infatti la specie base è stata separata in due varietà, la O. excoelata var. merignacensis e la O. excoelata var. cestasensis, la prima con spira più corta e la seconda con spira ancora più corta della prima. L'ultimo giro occupa circa i 3/4 della lunghezza totale in questa sottospecie (nella specie base è riportato dai 7/9 ai 4/5) ed è ben arrotondato e sinuoso; la spira è conica regolare e poco angolosa. La scultura comprende coste assiali morbide e regolari attraversate da sottili linee spirali abbastanza simili l'un l'altra, che formano alle intersezioni delle sporgenze non troppo accentuate ma morbide. Le suture che separano i sei-sette giri sono ben definite, poco profonde e rese ondulate dalle 10-12 coste assiali, le quali attraversano la sutura continuando regolarmente nel giro successivo. L'ultimo giro ospita un'apertura ovale e stretta, formante un angolo nella parte anteriore dove si raccorda con la parete inferiore dell'ultimo giro, e un canale sifonale dall'altra parte, corto e incurvato verso sinistra e all'infuori, chiuso dal callo columellare che forma anche un accenno di ombelico. La columella è leggermente sinuosa e segue la forma arrotondata dell'ovale della bocca; il callo è liscio e ben definito, non esce dall'area boccale. L'interno del labbro è crenulato, conto 7-8 pliche allungate.
Le differenze tra questa varietà e la specie base sono l'ultimo giro più corto (che rappresenta quindi una frazione minore della lunghezza totale), il profilo più subangoloso, ornamentazione spirale più fine e fitta che le donano, insieme alla forma, un aspetto più regolare e delicato, quasi muricato.
Segnalata nel Burdigaliano inferiore dell'area aquitana.
Classificare questo gasteropode è stato abbastanza ostico per via delle somiglianze che ho trovato con certe specie di Fasciolariidae, soprattutto del genere Euthria: la forma slanciata, la scultura assiale molto morbida e la forma della bocca e del sifone potrebbero far cadere in confusione, ma ad un'analisi più approfondita si nota che il sifone è chiuso in questa specie (cosa contraria in specie simili come Euthria varicigera), la forma è meno slanciata e la scultura è diversa. Inoltre altre Muricidae hanno forme simili, come Ocenebra sublavata, Ocenebra avitensis, Hadriania mioincrassata o Hadriania minutisquama, ma se ne distinguono principalmente per lo slancio (sono più tozze o più elevate) e dalla scultura (che in molte di queste specie è muricata o molto accentuata, o con meno coste assiali).
Purtroppo possiedo un unico esemplare di questa specie, tra l'altro molto rovinato: dall'immagine si possono solo apprezzare la forma, le dimensioni e le proporzioni perchè la scultura è stata irrimediabilmente erosa.
La taglia di questa specie è piccola: il mio esemplare misura 10 x 6 mm, mentre sull'atlante indica 9,5 x 7 mm. La forma è molto tozza, la spira è conica e corta. I giri sono in totale 5-6, separati da suture molto profonde e marcate; la loro altezza non supera un terzo della loro massima lunghezza. Le varici assiali sono 6, contando anche quella del labbro; esse si succedono da un giro all'altro non continuamente ma subiscono una piccola rotazione sull'asse columellare che genera una forma a spirale ben visibile dalla vista apicale. Queste coste assiali sono forti e sporgenti, più strette dei loro interstizi, attraversate da linee spirali ben marcate (ne conto 6 principali più 2-4 molto fini negli spazi che le separano). Le intersezioni tra scultura assiale e spirale formano strutture muricate nei punti più sporgenti (non visibili nell'esemplare in foto).
L'ultimo giro è molto bombato e scavato sul collo, dove la columella sinuosa forma un sifone corto, ben aperto ed obliquo con un accenno di ombelico. L'apertura a goccia ospita, sulla superficie interna del labbro esterno, piccole scanalature che sono il negativo delle coste spirali esterne; molto probabilmente il mio esemplare è giovanile e questa caratteristica si nota di più che negli esemplari adulti1.
Segnalata nel Burdigaliano francese.
Le specie con cui si potrebbe confondere sono varie. Murex suboblungus potrebbe risultare simile ma ha un profilo più stretto e meno panciuto con un canale sifonale meno obliquo e meno brevemente tronco. Murex heptagonatus è simile ma possiede sette varici anzichè sei, come suggerisce il nome, oltre ad essere più slanciata. Murex syrticus, oltre ad essere più grande e massiccio, è ancora più largo e ha giri più angolosi, meno arrotondati.
Un sinonimo è Favartia excisus.