Questa famiglia comprende all'incirca 400 specie, viventi nelle acque tropicali e temperate di tutto il pianeta da profondità di 1000 metri fino al piano intertidale; è comunissimo trovare su litorale le conchiglie di questi gasteropodi occupate dai paguri e portate allo scoperto sulle rocce bagnate dagli spruzzi. Sono morfologicamente molto simili ai Buccinidae, dai quali si differenziano per la conformazione della radula e per le modalità di riproduzione e alimentazione. Sono una famiglia molto evoluta: vivono in ambienti prevalentemente rocciosi ma anche in quelli sabbiosi, e alcune specie si sono adattate a mangiare sia piante che altri animali. La loro conchiglia è sovente spessa, liscia e massiccia: grazie a questa caratteristica riescono a resistere molto bene alle aggressioni dei granchi, i loro predatori maggiori. Sono attivi soprattutto di notte. La varietà di forme (e soprattutto di colori) all'interno della famiglia è molto grande: passiamo dalle piccole, colorate e robustissime Columbella rustica alle più sottili e meno appariscenti Mitrella minor, per citare due specie mediterranee.
Anche nei depositi fossiliferi questa famiglia è spesso presente e ben rappresentata; si possono trovare qui nella Tuscia (Macchia della Turchina o Sant'Agostino) o negli appennini emiliani, soprattutto nel Miocene e Pliocene.
Nel Miocene francese sono presenti vari generi di questa famiglia, i più comuni sono Mitrella, Columbella e Atilia. Ecco le chiavi per la distinzione:
- Il genere Columbella presenta forma stromboide, più tozza e meno slanciata degli altri generi; il labbro è varicoso e presenta dentelli interni; columella scanalata e rugosa, presenta una rientranza nella parte anteriore dove sorpassa l'asse della conchiglia.
- Il genere Mitrella possiede invece una forma slanciata, acuta, senza un canale anteriore nel labbro; quest'ultimo non è varicoso ed è crenulato all'interno, inoltre la columella è dritta e non rigata.
- Il genere Atilia è simile a Mitrella ma possiede un labbro varicoso, dei giri piani e lisci separati da suture profonde.
Questi tratti per determinare i generi sono sensu stricto, quindi alcune specie potrebbero avere delle caratteristiche che i discostano dai tratti base del genere, come ad esempio Columbella girondica che ha una forma più fusiforme che strombiforme.
La descrizione delle specie di questa famiglia si trova nel volume 77 di "Actes de la societèe linneenne", mentre le corrispettive illustrazioni sono nel volume 78.
Questa specie è di facile e immediato riconoscimento: la forma conica molto regolare e dai fianchi piani o leggermente convessi, l'ultimo giro che occupa poco più della metà della lunghezza del corpo e la forma particolare dell'apertura boccale permettono di discriminarla agevolmente dalle altre specie di Columbella del Miocene francese.
Come già detto, il profilo è molto regolare: i 7 giri (esclusa la protoconca, non presente nel mio esemplare) sono separati da suture profonde che danno un effetto "scalato" a tutta la spira, anche se i fianchi dei singoli giri risultano praticamente piani oppure leggermente convessi. L'ultimo giro è leggermente bombato nel lato dorsale e pressochè piano nel lato della bocca: in effetti il profilo del labbro pare scenda quasi verticale, parallelamente all'asse della conchiglia; una volta raggiunta la base, il labbro curva di un quarto di cerchio e si raccorda bene al canale sifonale, il quale è molto aperto e profondo. Tutta la zona della bocca è interessata dal callo columellare, che non è troppo esteso ma è ben visibile, il quale si raccorda poi al labbro che è decorato all'interno da una dozzina di denti. Sulla base insiste qualche linea spirale, in modo molto circoscritto.
Ho assegnato al mio esemplare la "mutazione aquitanica" perchè questa è descritta nell'atlante come più piccola della specie base, con un profilo meno scalato e formato da giri non piani ma leggermente convessi (è proprio il caso del mio esemplare); inoltre l'ultimo giro è meno depresso della forma base, infatti guardando le immagini di C. turonensis si nota una depressione più accentuata rispetto al mio esemplare. Altre differenze minime stanno nell'accenno di un canale anteriore boccale presente in questa mutazione e per l'assenza del rigonfiamento interno del labbro.
Non si confonde con altre specie; segnalata nel Langhiano, Turoniano e Burdigaliano.
Questo mollusco di piccola taglia (fino a circa 15 mm) ha un guscio spesso e un aspetto abbastanza massiccio. Il profilo è fusiforme, slanciato, conico ben regolare; i 9 giri di teleoconca hanno i bordi piani o leggermente convessi e sono separati da suture poco estese ma ben marcate e profonde. L'ultimo giro occupa circa la metà della lunghezza di tutto il corpo; esso ha un profilo leggermente più bombato nel lato dorsale che in quello del labbro, che è invece quasi piano. La protoconca è formata da tre giri e presenta un nucleo ottuso, anche se nei miei esemplari è mancante. Il labbro è ispessito e presenta una varice ben visibile, che spesso supera di poco la sutura tra l'ultimo e il penultimo giro; all'interno di esso troviamo otto denti ben sporgenti ma arrotondati. La columella è leggermente sinuosa ed è attraversata nella parte anteriore dalle righe che insistono sulla base: esse sono regolarmente spaziate, della stessa larghezza dei loro interstizi, e possono interessare una parte più o meno estesa della base. Il canale sifonale è corto, tronco e ben aperto, e si raccorda molto dolcemente con il labbro e la columella.
La classificazione delle Columbellidae lisce del Miocene francese è spesso molto difficile: alcune specie si distinguono per le dimensioni più grandi, ma quando si possiedono esemplari molto piccoli, dai 15 mm in giù, tutto si complica. Questa specie si può confondere infatti con Columbella girondica che come detto nell'introduzione non presenta un aspetto tozzo tipico del suo genere; gli elementi utili alla loro differenziazione sono il collo meno scavato di quest'ultima specie e la sua conchiglia che risulta più spessa, oltre al sifone più corto. Altre specie che potrebbero assomigliare a questa sono Mitrella tournoueri (che però è molto più piccola) o Atilia sallomacensis (che ha un profilo estremamente diverso, non regolarmente conico). Per colmare ogni dubbio, davanti a questo gruppo di specie consiglio di consultare le illustrazioni e le descrizioni delle altre specie trovabili sull'atlante di Cossmann & Peyrot.
Specie segnalata nel Burdigaliano e nell'Aquitaniano.