Questa famiglia raggruppa bivalvi di dimensioni medio-piccole, in genere massicci, con una cerniera ampia e grosse coste ben marcate. Sono abbastanza comuni sia nel Mediterraneo odierno che sotto forma fossile nei depositi terziari. Alcune specie, come Megacardita jouanneti del Miocene francese, possono raggiungere dimensioni dell'ordine dei 60 mm o più1.
Le Carditidae possono apparire simili ad altre conchiglie di altre famiglie, come i Cardiidae: la differenza tra queste due famiglie sta nella cerniera (dimensioni e forma molto diverse), spiccata asimmetricità e corpo massiccio e compatto delle prime, mentre le seconde hanno un guscio più sottile e sono generalmente rotondeggianti.
La famiglia raggruppa forme abbastanza dissimili tra di loro, come la strana Cardita calyculata, molto comune nei nostri mari e nel Pliocene italiano, così come nella Tuscia, che può assumere un aspetto spinoso e delicato o uno compatto e calcificato; altre forme, come Venericardia pinnula del Miocene francese hanno una forma più triangolare e coste ben definite non spinose. Tuttavia, riconoscere una Carditidae non è difficile, di solito la cerniera ispessita e lo spessore del guscio tolgono ogni dubbio.
Nel Miocene francese sono presenti più specie appartenenti a questa famiglia: la più grande e forse più famosa è Megacardita jouanneti, abbastanza inconfondibile per l'aspetto molto massiccio e la forma schiacciata; altre sono Venericardia pinnula, di forma meno schiacciata e più trapezoidale; Venericardia ignorata, dalla forma molto allungata in direzione umbo-ventrale e con l'umbone sporgente; inoltre in giro per il web si leggono nomi di altre specie, non sempre valide, come Cardita syrtica1, Cardita crassa, Cardita turonica, Cardita laevicostata2...
La classificazione corretta di questa famiglia si trova in "Actes de la societèe linneenne", volume 66.
Questa Carditidae miocenica è caratterizzata da una forma squadrata, trapezoidale, con il lato ventrale dolcemente arrotondato. La forma può variare dagli esemplari più grandi (circa 25 mm) a quelli più piccoli: i secondi sono generalmente più quadrangolari mentre i primi hanno il lobo posteriore più allungato e sporgente.
La decorazione è composta da coste radiali di sezione rettangolare, più basse che larghe, separate da spazi intercostali leggermente più stretti delle coste stesse; tutto il corpo è rigato da fini linee concentriche di accrescimento, che a volte possono sfociare in solchi più profondi.
Nella descrizione di questo mollusco in "Actes de la societèe linneenne" vol. 66 è indicato un numero di coste pari a 26; nei miei esemplari ne conto dalle 26 alle 28.
La cerniera è, rispetto allo standard della famiglia, di media dimensione: infatti altre specie simili si differenziano per la cerniera più ampia e calcificata. Un carattere importantissimo ai fini del riconoscimento è il profilo del guscio, visto dalla parte interna della valva: Venericardia pinnula presenta il lato anteriore molto ricurvo, ben raccordato con il lato ventrale il quale è anche esso ben rotondo ed è continuo rispetto al lato anteriore (non ci sono angoli o discontinuità tra di loro); il lato posteriore è invece obliquo, tronco, e interrompe il lato ventrale arrotondato e il lato della cerniera con due angoli ben definiti. Guardando la conchiglia con l'asse della cerniera orizzontale (come nelle foto) si ha che il punto più basso del profilo è al'incirca al centro del lato ventrale, posto proprio sotto la cerniera; negli esemplari più piccoli (1-2 cm) questo punto massimo è circa al centro della conchiglia, nella parte mediana, mentre in quelli più grandi è spostato dall'asse per il lobo posteriore allungato.
Secondo il testo prima citato, le specie simili presenti nello stesso luogo e periodo sono: Venericardia profundisulcata (Burdigaliano), che si riconosce per le minori dimensioni, il minore numero di costole (circa 20) e la loro disposizione, oltre che alla forma del profilo; Megacardita jouanneti (Langhiano-Tortoniano), dalle dimensioni molto maggiori e per la forma molto più schiacciata in direzione umbo-ventrale, oltre che a coste più arrotondate e morbide; Venericardia ignorata (Langhiano), che ha una distanza umbo-ventrale molto maggiore che le dona un profilo più rotondeggiante, oltre che alla cerniera più estesa e l'umbone più sporgente; Venericardia monilifera (Langhiano), dalla forma generalmente più piccola, un numero minore di costole (circa 19) che presentano dei tubercoli più evidenti verso il margine ventrale, oltre che dal profilo diverso.
Questa specie è invece segnalata nell'Aquitaniano e nel Burdigaliano.