Le "ostriche cipolline" sono conchiglie bivalvi molto comuni nel Mediterraneo attuale: sottili, fragili e appiattite, vivono ancorate a substrati come massi o altre conchiglie, sono quindi sessili; il loro peduncolo fuoriesce da un foro posto sulla valva inferiore. La forma delle loro conchiglie è rotonda irregolare, alcune specie hanno coste assiali altre solo di accrescimento; inoltre la forma di questi bivalvi varia a seconda dell'ambiente nel quale si insediano, infatti esistono varietà di mare calmo e altre di acque agitate.
Le due specie attualmente presenti nel Mediterraneo (e penso anche a livello fossilifero) sono Pododesmus patelliformis e Anomia ephippium. Ci sono anche altre specie del genere Pododesmus, ma sono più rare e non ne ho sentito mai parlare in ambito fossilifero.
I due generi si distinguono non dalla forma e dalla costolatura, che essendo variabile può confondersi, ma dall'attaccatura dei muscoli all'interno della valva superiore: sotto l'umbone si trova infatti un'area subrettangolare contenente queste impronte, che sono tre (una grande, due piccole) in Anomia e due (una piccola, una grande) in Pododesmus. Questo è, secondo me, l'unico carattere assolutamente certo per distinguere questi due generi che hanno caratteristiche che spesso si mischiano.
A livello fossilifero ho trovato un solo esemplare nelle sabbie finissime di Tarquinia, in un affioramento ad echinodermi e pettini: non avendole trovate da nessun'altra parte, penso che siano bivalvi non adatti alla conservazione, e che quindi si rompano subito dopo la deposizione; tuttavia sono ritrovabili nelle argille, che sono molto fini e di deposizione tranquilla, o nelle sabbie prima citate, molto fini anche esse.
Questo LINK parla diffusamente dei generi Anomia e Pododesmus in Mediterraneo, e queste considerazioni sono valide anche per gli esemplari fossili. Inoltre, le descrizioni dei molluschi di questa famiglia presenti nel Miocene francese si possono trovare nel volume 85 di "Actes de la societèe linneenne".
Anomia burdigalensis è la rappresentante miocenica di questo genere del bacino aquitano. Su alcuni siti compare anche un'altra specie1, Anomia aequiimpressa (Cossmann & Peyrot), la quale però risulta essere sinonimo della specie qui descritta2: in questo modo pare esserci una sola specie di Anomia rinvenibile in quest'epoca e in questo luogo.
Questa conchiglia si presenta, come anche la moderna Anomia ephippium, molto irregolare e variabile nella forma, con esemplari piccoli e sottili ed altri grandi e calcificati. Il mio esemplare più grande (foto principale) è lungo circa 4 cm, ma sono segnalati anche esemplari di 50 mm1. I caratteri variabili, oltre alla forma (che può essere rotonda o allungata) sono la grandezza dell'umbone (da molto pronunciato a piccolo), l'irregolarità del bordo (da molto frastagliato a liscio) e le linee di accrescimento (che possono essere praticamente assenti oppure molto in risalto).
Nonostante l'immensa variabilità della sua conchiglia, Anomia burdigalensis è di facile e immediato riconoscimento: non si confonde con nessun'altro mollusco di nessun'altra famiglia. Potrebbe essere simile a qualche Calyptraeidae, ma la caratteristica "tasca" interna di queste ultime toglie ogni dubbio; potrebbe sembrare qualche Ostreidae nella forma giovanile, ma l'impronta muscolare interna delle Anomia (che è quasi sempre visibile) toglie ogni dubbio.
Questa impronta muscolare risulta molto importante per escludere a colpo d'occhio l'appartenenza al genere Pododesmus (altro genere di Anomiidae): infatti questi due generi possono confondersi perchè di forma relativamente simile. L'impronta muscolare delle conchiglie del genere Anomia è formata da 2 impronte più piccole affiancate a un'altra più grande (vedi le foto), per un totale di 3; nel genere Pododesmus, invece, ci sono solo due impronte. Un'altro modo per differenziare i generi è la costolatura, leggermente spinosa e costata in Pododesmus, ma la variabilità non permette di escludere a priori un genere o l'altro.